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Ed. LA SCALA
mapMessa Concelebrata
Domenica ore 10:30

È difficile amare gratuitamente, amare come Dio ci ha amato. La terra è piena d'ingiustizia e di guerra, povera di pietà e compassione.
Il mondo ha bisogno del coraggio e della speranza portati dai cristiani, sostenuti dalla Spirito.

«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà» (Gv 16,23)

Pubblichiamo l'omelia tenuta dal p. Abate durante la celebrazione eucaristica del 1 giugno, memoria di san Giustino martire.

Gesù ha una novità per i suoi discepoli: afferma che la loro preghiera diventerà più efficace se sarà rivolta al Padre nel suo nome. È un modo per ribadire la sua profonda intimità con Dio e la sua relazione speciale con Lui. Gesù si presenta come mediatore tra Dio e gli uomini, colui che fa da ponte fra noi e Dio (il pontefice): fino ad allora la preghiera era rivolta al Dio di Israele, prevalentemente nel tempio e con sacrifici e offerte (una preghiera solenne e rituale). Il discepolo è chiamato a chiedere al Padre nel nome di Gesù, a pregare Dio attraverso il Maestro. Per questo le nostre preghiere liturgiche terminano sempre con l'invocazione «Per Cristo Nostro Signore», cui rispondiamo molto spesso con un distratto e spento «Amen» (che dovrebbe invece esprimere con forza tutta la nostra approvazione!).

L'ascensione di Cristo, narrata in Luca 24,50-53 e Atti 1,6-11, porta a conclusione l'esistenza terrena di Gesù e segna l'entrata definitiva dell'umanità di Gesù nel dominio celeste di Dio, celato agli occhi degli uomini.
L'ascensione non è un fenomeno nell'ordine dei sensi, ma ci immerge nel mistero di Dio, sottolineando l'esaltazione di Cristo (un altro modo per parlare della sua risurrezione dai morti) e il suo ingresso nella gloria alla destra di Dio.

di S. E. Mons. GIUSEPPE FAVALE

“Eccomi!”

La solenne liturgia che stiamo celebrando ruota tutta attorno a questa parola. È la parola pronunziata dal Verbo eterno quando entra nel mondo per assumere la nostra carne mortale e redimere l’umanità; è la parola sgorgata dal cuore e dalle labbra della Vergine Maria quando ha accolto nel suo grembo il Figlio di Dio; è la parola con cui hai detto il tuo sì alla chiamata di Dio, caro Padre Giustino, nel momento in cui ti veniva chiesto di assumere la responsabilità abbaziale in questa comunità monastica di Noci. All’origine dell’eccomi di Gesù, di Maria e di Padre Giustino c’è la volontà di Dio, che si manifesta in forme diverse, come bene si evince dai testi biblici e dallo stesso rito di benedizione a cui stiamo partecipando.

Sul nostro Monastero

Accostandoti al monastero ed entrando nella sua chiesa, dove in certe ore del giorno è possibile assistere alla preghiera corale della comunità monastica, ti sarai forse chiesto: Chi sono i monaci? Che cosa fanno? Come vivono? Sono gli stessi monaci che vogliono offrire, assieme al loro cordiale saluto, una breve risposta ai tuoi interrogativi.

madonna della scala e ges bambino