L’antica chiesina s’innalza tra due grandi cedri che le fanno corona: un gioiello di arte romanica, dalle linee sobrie e modeste, ma perfette ed eleganti. Bisogna pensarla, come rimase per tanti secoli, sulla vetta di questa collina, sola, senza tutto il complesso attuale degli edifici, quasi regina e dominatrice di questo colle. Essa rappresenta il primo incontro con Dio in quella innocente campagna che avrebbe poi ospitato l’attuale monastero, che con la sua imponente architettura domina la valle.
Scriveva mons. Gaetano Bacile: «A chi da Gioia del Colle va a Noci, poc’oltre mezza strada, vede alla sua dritta, sorgere e levarsi su alta, una dilettosa colonna, e in cima ad essa seder solitaria, elegante, e come tutta immensa nel cielo una chiesa, dalle linee purissime».
Quella chiesa, situata a 420 metri di altitudine, è appunto il Santuario di Santa Maria della Scala, edificato verso la fine del XI secolo.
Nel 1889, il cav. Oronzo Lenti, padre della fondatrice del Monastero, rimise totalmente a nuovo la chiesetta, sia all’interno che all’esterno, la circondò di un largo muro a secco, e vi pose ai quattro lati, quasi vigili sentinelle, quattro stupendi cedri del Libano (ora ne rimangono soltanto due). Dopo l'intervento di ristutturazione, rimane dell'originario edificio dell'XI secolo solo il portale della chiesetta con le sue due colonnine ai lati e il suo arco intagliato a foglie d’acanto.
Durante i lavori di costruzione della chiesa abbaziale, l'antica chiesina è stata inglobata all'interno della struttura della chiesa e si presenta adesso come una specie di transetto all'altezza dell'altare.
Di fronte all’antica chiesina sorge la cappella cimiteriale (costruita nel 1968 ), ove sono sepolti i monaci dell’abbazia.