Accostandoti al monastero ed entrando nella sua chiesa, dove in certe ore del giorno è possibile assistere alla preghiera corale della comunità monastica, ci si può chiedere: “Chi sono i monaci? Che cosa fanno? Come vivono?”.
La vita monastica che conduciamo prende ispirazione dalla Regola di S. Benedetto (sec. VI) e noi ci impegniamo ogni giorno ad attualizzarla ai nostri tempi.
Per S. Benedetto, colui che si presenta al monastero per diventare monaco, deve avere un requisito fondamentale: deve mostrare di cercare veramente Dio. Senza questo desiderio non ci può essere vita monastica. Ma a Dio non si va da soli. Per questo lo stesso S. Benedetto stabilisce nella sua Regola una vita comunitaria nella quale ci si aiuti gli uni gli altri nel cammino che da questa vita conduce all’incontro col Padre.
Dunque, l’amore a Dio e ai fratelli, sintesi della vita cristiana, è il fondamento e il senso della vita in monastero: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore… E il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,37.39).
La preghiera è lo strumento più importante per incontrare Dio e stabilire l'unità di una comunità monastica. Essa nasce dall'ascolto della Parola di Dio, letta e meditata nel silenzio interiore, è risposta a questa Parola, effusa nel cuore.
Nella preghiera, che riveste anche la forma d'intercessione, i monaci sono chiamati a rendersi presenti alle necessità della Chiesa e del mondo, ricordando a Dio le angustie e le difficoltà degli uomini loro fratelli.
La preghiera manifesta la sua capacità di fondare la comunione fraterna soprattutto nella liturgia, dove l'intera comunità si raduna per ascoltare, lodare e ringraziare il Signore.